I Miserabili
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La luce dei candelieri (da "I miserabili")
"Cosette, corriamo da tuo padre: è lui il mio salvatore!".
"Quel losco Denardier è venuto per accusarlo del mio omicidio, invece sono stato salvato proprio da tuo padre. Pensa, mi ha trasportato dalle barricate, dove ero stato ferito, attraverso le orribili fogne di Parigi, mi ha scaricato sul portone della casa di mio nonno, sotto la sorveglianza dall'ispettore Javert che lo ha poi accompagnato a casa lasciandolo libero, mentre lui stesso che aveva fatto della cattura di Valjean lo scopo della sua vita, preso da un grande senso di rimorso, si è avviato verso la Senna dove si è gettato".

Marius, ristabilitosi dalle ferite e riconciliatosi con il nonno, aveva sposato l'amata Cosette, pur assente il padre adottivo.
Jean Valjean aveva compreso che non poteva porre la propria felicità al di sopra di quella di Cosette e di non poter permettere che il proprio passato potesse essere di pericolo nella vita dei due giovani.
Perciò aveva rinunciato ad essere presente alle nozze, aveva rinunciato all'offerta di vivere con loro ed ora, malato, depresso é solo con i suoi ricordi nella sua casa, quando giungono i due sposi, emozionati, trafelati e lo abbracciano con tanto affetto.
"Padre – lo chiama Marius che pure aveva conosciuto il passato di Valjean raccontato proprio da lui - padre, sei il mio salvatore, non ti lasceremo morire solo, verrai a stare con noi, anche mio nonno ti vuole vicino, ora che ha saputo chi sei. Il tuo passato doloroso ormai è finito, conosciamo le tue sventure, ma anche il bene che hai fatto a chi ti è stato vicino".
Mentre si sfogava con commozione e teneva tra le sue braccia il malato e redivivo Jean Valjean che era stato quasi per morire ed ora sembrava rinato, Marius aveva chiamato una carrozza per trasportarlo con estrema delicatezza.
"Aspettate – riusci' a dire Valjean – prima di scendere ho un desiderio: vorrei portare con me i due candelieri che hanno illuminato e redento la mia vita".

 

"E' stato mons.Muriel che all'inizio del mio vagabondare, quando ero evaso dal carcere dopo 19 anni di orribile prigionia per aver rubato un tozzo di pane per sfamare i miei nipoti, quella sera che rubai nella casa del monsignore, illuminò il mio pensiero con il suo dono e le sue parole misericordiose ed io da quella sera ho sempre cercato di redimermi e di aiutare quanti avevano bisogno".
Intanto erano giunti alla casa di monsieur Gillenormand che li attendeva sulla porta nonostante la sua età, con tutta la famiglia.
I due nonni si abbracciarono come vecchi amici, tutti e due commossi; il nonno di Marius subito esibi' un documento appena giunto, era il testamento di Javert che prima di suicidarsi aveva scagionato Jean Valjean da ogni colpa, anzi aveva esaltato le sue tante azioni di benefattore, specie quella di Fantine, la sventurata madre di Cosette.
Con quella affettuosa accoglienza, da quel giorno la vita del vecchio galeotto reietto dalla società non solo fu riabilitata, ma si trasformò in giorni sereni con le cure e l'amore dei due sposini, del nonno dello sposo che l'aveva tanto atteso e di tutti i familiari che si prodigarono a risanare anche le ferite dei ricordi.
Il vecchio fuggitivo passò gli ultimi anni della sua vita assistito ed amato, anche se i ricordi del passato spesso lo assalivano. Quando giunse la primavera, fu portato nel giardino adiacente la sua bella camera e potè godere del canto degli uccelli e del profumo dei fiori, confortato sempre dall'amore della sua figlioletta e dal suo innamorato Marius oltre che dalle premure di tutta la famiglia.
I due candelieri continuarono a dare luce con le candele accese e ad illuminare il cuore del vecchio galeotto con nuove sensazioni di gratitudine e riconoscenza per quanti avevano cura di lui ed anche per i personaggi tristi del suo passato per i quali aveva, ora, solo pensieri di perdono..
E quando mori' fu da tutti pianto e seppellito nel vicino camposanto.

 

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