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L'isola era avvolta da fiamme e fumo, e il Victoria pian piano si avvicinava sempre più. Non c'era scampo. I passeggeri ormai capirono che a bordo c'era qualcosa che non andava, e presto furono presi dal panico. Vidi il capitano molto preoccupato, benchè il mare fosse una delle sue grandi passioni, il suo volto in quel momento tutto faceva presagire tranne serenità e fiducia, forse era la prima volta che il mare lo metteva in serie difficoltà. Mi avvicinai a lui, cercando di capire come avremmo potuto evitare quello che ormai poteva solo chiamarsi immane tragedia. Mi guardo e mi disse: "Se il Signore deciderà di salvarci, lo potrà fare soltanto in un modo". Rimasi sbigottito e curioso nello stesso tempo. Sapevo della sua profonda fede, ma che potesse essere così convinto che un modo c'era per salvarci mi incuriosiva, tanto da non poter resistere dal chiedergli: "In che modo potremmo salvarci? "E lui con lo sguardo implorante guardò il cielo e mi disse: "Guarda quei nuvoloni, neri e gonfi." Tra non molto arriverà una tempesta, il vento si fa sempre più impetuoso e questo mi fa presagire che presto un' enorme quantità di acqua cadrà dal cielo. E con mistero e freddezza mi disse: "E' quello che ci vuole, non credi? " E io gli dissi: "Ma perchè se il Signore vorrà aiutarci? " E lui: " Perchè sarà lui a decidere se spegnere il fuoco, prima che il Victoria arrivi alla deriva di quell' inferno!." Intanto il vento si faceva sempre più impetuoso, le fiamme sembravano alzarsi a vista d'occhio, certo il vento non ci aiutava. A bordo era ormai panico, e il comandante non poteva far altro che gridare alla gente di mantenere la calma, e li invitava piuttosto a pregare. Ad un tratto il vento cominciò a calmarsi, nel cielo si scorgevano flash di luci che illuminavano l'isola, terrorizzando sempre di più i nostri sguardi. Il camandante guardando il cielo, sussurrava: "Dai dai, fai presto Signore! " All' improvviso, alcune gocce d'acqua cominciarono a bagnare i nostri capi, e nel giro di pochi minuti arrivò la tempesta. Cadde tanta di quell'acqua da non credere ai nostri occhi, e il Victoria, come solo una maestosa nave può fare, riuscì a tenere testa a quelle onde gigantesche. Il comandante fece un salto di gioia, e con tutta l'aria che aveva nei polmoni, gridò: " Siiiii!! " Le fiamme sull'isola non si scorgevano più, segno quindi che quella tempesta riuscì a spegnere le fiamme di quell'inferno, la gente a bordo era ormai impazzita dalla gioia, e tutti non facevano altro che ringraziare il capitano Watt. Lui con la pacatezza che da sempre lo accompagna, rispose: " Io non c'entro nulla, dovete ringraziare il SIGNORE!".