Il Barone Rampante

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Come appresi in seguito da una lettera di Cosimo (strabordante di dettagli e racconti inverosimili), la vista della mongolfiera aveva riacceso in lui quel desiderio ormai sopito di esplorazione del mondo e rievocato il giovanile divertimento nell’avere una diversa visione della realtà. L’idea di poter scrutare da un’altezza mai raggiunta il suo bosco, la sua casa, la sua Ombrosa e tutta la Riviera ligure di Ponente lo aveva esaltato e spinto ad aggrapparsi a quella corda.

Salendo in cielo la prospettiva di mio fratello cambiò ulteriormente: da lì tutto sembrava ancora più piccolo, lontano, diverso ma incredibile. Il ramo su cui pochi secondi prima era seduto a cavalcioni si allontanava, piano, la folla di persone con il lenzuolo per raccogliere le olive era sempre più distante , come anche la piazza, le case e i viali alberati. Ormai agli occhi di Cosimo si stendeva un mare di verdi fronde accarezzate dal soffio di Eolo e acque cristalline increspate dal passaggio dispettoso della brezza; tra i campi coltivati il barone rampante distingueva a stento i contadini intenti nel lavoro che per tante ore aveva seguito con passione e a cui aveva partecipato con grinta.
Contenere l’emozione di quei minuti non fu davvero possibile per mio fratello: grida di entusiasmo miste a versi di uccelli e animali notturni abitanti il bosco uscivano dalla sua bocca. Proprio queste attirarono l’attenzione del proprietario della mongolfiera che, accortosi della presenza di Cosimo, lo invitò a raggiungere la navicella di vimini. Il barone rampante iniziò quindi ad arrampicarsi sulla corda, ma una strana energia si diffondeva in lui, una sensazione nuova pervadeva il suo corpo, come se un invisibile fluido circondasse anzi attraversasse tutta la sua persona. Più energiche erano le spinte delle gambe, maggiore l'aderenza delle cosce alla corda, più forte la presa e minore il dolore ai palmi delle mani.
Giunto al sostegno appeso al pallone una straordinaria personcina stava lì in piedi, un bimbo ridente coi capelli color del grano, lo sguardo limpido e un rossore innocente sulle guance. Stupito, Cosimo gli rivolse uno sguardo interrogativo al quale però non vi fu risposta. Allora mio fratello osservò se stesso e si accorse di essere cambiato, di sentirsi diverso: la stanchezza della vecchiaia era scomparsa, come anche le deformità fisiche dovute ad una vita trascorsa sugli alberi. "Ma com'è possibile?" esclamò sconcertato rivolgendosi al Piccolo Principe il quale tuttavia rispose ponendogli un'altra domanda: "Mi accompagni ad esplorare la Terra?" Il barone, inebetito dalla inconsueta richiesta di quel bambino, si sedette su uno dei sacchi di sabbia usati per l'atterraggio. Aveva bisogno di raccogliere le idee, tuttavia il bambino continuava a porgli la stessa domanda: "Mi accompagni ad esplorare la Terra?". Incantato e commosso da quella figura, mio fratello si risolse ad accettarne la proposta. "Si, ti accompagnerò nella tua esplorazione della Terra anche perché ho sempre desiderato osservare dall'alto tutti quei luoghi conosciuti solo attraverso le mie letture. Tuttavia devo chiederti di non atterrare mai poiché anni fa compì la scelta di vivere sugli alberi, di non poggiare mai i miei piedi sul terreno e non voglio venirvi meno". Il Piccolo Principe arrossì e rivolse a Cosimo un sorriso di assenso. Partirono così per la loro esplorazione che li portò a sorvolare tutta l'Europa, l'Africa, quindi le Americhe e l'Asia. Sotto richiesta di mio fratello, l'ultima meta del viaggio fu l'India dove si trovava la sua Viola, mai dimenticata e sempre amata. Qui si separò dal Piccolo Principe che con una particolare manovra lo fece atterrare sulla cima di un meraviglioso e immenso albero: in India le foreste erano ancora più fitte e folte di quelle d'Ombrosa, gli alberi più strani di tutti quelli visti nella Riviera ligure.
Cosimo si ambientò subito alla nuova situazione e passando di ramo in ramo, facendosi largo tra le foglie, spinto dal desiderio di rivedere Viola, giunse in un villaggio dove chiese informazioni sulla città di Calcutta. Solo dopo alcune settimane riuscì a trovarla e a rivedere la bambina del giardino vicino.

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