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«Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiero in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!» (A. Dante, Commedia, Purg. VI,76-78). Quasi 750 anni fa, Dante Alighieri aveva capito tutto dell'Italia, descrivendola come una prostituta che si concede al migliore offerente, pur essendo consapevole di andare a sbattere contro gli scogli per fare le moine ai suoi amanti. Non si può capire «l'oggi» se non siamo in grado di cogliere ciò che è accaduto «ieri», le cui conseguenze continuano a condizionare e a mordere il giorni del presente.
 
Quasi un ventennio di berlusconismo ci ha portati al disastro e l'Italia non sono non si è venduta per averne un vantaggio, ma si è concessa per essere stuprata pubblicamente, senza vergogna e facendo finta nulla. Una minoranza, attraverso una legge «maiala» (definirla porcata è un elogio profumato; e chiamarla «porcellum» è annoverarla tra le squisitezze della Nazione), ha dato l'Italia in mano di una manica di zozzoni impuri e impenitenti che hanno fatto scempio di ogni decenza economica, ogni regola civile, ogni speranza di futuro.

 

Il Lercio (Berlu) e lo Sconcio (Bossi) avevano promesso un milione, anzi buon peso, un milione e mezzo di posti di lavoro; meno tasse, libertà d'impresa, nessun laccio e lacciolo, scuola privata per tutti, evasione dalle tasse indiscriminata (è un dovere evadere le tasse, diceva l'evasore di professione!), libertà, cioè licenziosità di ciascuno contro lo Stato, contro la Magistratura, contro tutto ciò che pretendeva da lui/loro che fossero servi dello Stato e non magnaccia di un bordello nazionale. Hanno trasformato l'Italia in un bordello all'aperto, prendendosi i profitti e lasciando i costi ai fessi che gli hanno consegnato l'Italia, chiavi in mano. Le galline hanno dato la chiave del pollaio alla faina, chiedendole di farle sognare. Chi si ricorda ancora delle promesse delle «Tre "I"»? Impresa, Inglese e Internet era il mantra che lo stupratore cantava per incantare i fessi creduloni che pensavano che un ladro potesse arricchirli e un falso spergiuro potesse dire la verità.

 

Se ai tempi di Dante era un bordello e l'Italia serva, oggi è peggio che peggio non si può: il Mentitore ha impoverito l'Italia e ha arricchito se stesso e i suoi figli; ha depredato le leggi (41 a suo favore e circa 70 a favore delle sue aziende) e ha scassato la Giustizia per coloro che lo hanno votato; ha corrotto ogni segmento di vita, allargando lo spazio della malavita, fino a difendere pubblicamente mafiosi che dovrebbero essere in carcere per omicidio; ha dilapidato il patrimonio di ieri, di oggi e di domani e ancora c'è un 20% che crede ancora in lui come salvatore della Patria.

Questa è la premessa per capire il «dopo» che è un finto «dopo», visto che il governo dei professori è succube ai suoi desideri e ai suoi ricatti. Chi governa, di fatto, non è Monti che sta facendo solo il lavoro sporco in conto terzi, anzi in conto «di lui» senza farlo apparire oggi davanti alle piazze dei tassisti e delle lobby che anzi aizzano contro il governo perché vogliono che non risolva alcun problema, e alla malora se tutta l'Italia segua la Grecia nel fallimento nazionale.

 

La Costa Concordia è veramente l'immagine dell'Italia di oggi e anche di domani, almeno per un po': un comandante vanitoso, superficiale, pieno di sussiego, un piccolo Berlusconi, a capo di una nave con quattromila persone a bordo (un paese!), che per interessi privati, porta ad inabissarsi, scappando e mettendo in salvo la sua pelle. Il Governo Monti annaspa, cerca soluzioni che poi la maggioranza precedente deve approvare con in coda, vero fanalino aggregato, il PD che ormai ha perso ogni direzione, essendo senza più bussola sociale, sindacale, politica e umana. Tutti vanno allo sbando, tutti corrono verso il baratro, nel tentativo di salvare qualche suppellettile, qualche manciata di sabbia.

 

Ora le liberalizzazioni sono il toccasana, ma come le stanno pensando i «professori» (e hanno anche studiato!) sono solo licenza di sregolatezza: nessun controllo, nessuna regola perché ognuno farà quello che vorrà. Tutte le liberalizzazioni fatte finora hanno aumentato i costi a carico degli utenti. Bastava imporre ai taxisti di fare la ricevuta fiscale con scontrino automatico e stabilire alcuni prezzi per tragitti fissi. Una corsa da casa mia all'ospedale Galliera, meno di un chilometro, a Genova costa € 11,00/12,00 che è un vero furto e il tassametro è tenuto nascosto davanti al cambio perché il taxista, se vuole e se trova il pollo da spennare, può manometterlo. Perché il tassametro non deve stare sul cruscotto, in vista? E' un esempio tra tanti.

 

Oggi stiamo pagando le cambiali in bianco che una manica di farabutti, tutti «cattolici» dichiarati e ostentati, ha firmato con i governi precedenti che hanno ridotto l'Italia ad un deserto senza più vita. Il popolo serve solo per essere spremuto, tartassato, vilipeso, aggirato, umiliato. Lo stesso vale per la legge elettorale: la Corte costituzionale dove siedono sei giudici che vanno a cena con Berlusconi e Letta, decidono di vanificare un referendum che impone il rispetto dell'art. 1 della Costituzione italiana. Invece questi azzeccagarbugli venduti impongono al popolo sovrano di sottomettersi alla gogna di una classe politica degenere, immorale, incostituzionale, prostituita.

 

Il popolo può dimostrare, ora, se accetta di subire tutto ciò o se ha dignità per sé e i propri figli. E' tempo di rivoluzione etica e politica. E' tempo di penitenza e di Risorgimento. Se non ora, quando?

don Paolo Farinella

 

Via MicroMega

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