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scherzi

C’è un tempo per piangere e un tempo per ridere. I cittadini di Trinitapoli, quando non erano tormentati dalle bollette del gas e della luce e dal pericolo attuale di essere considerati tutti mafiosi, si divertivano a fare scherzi molto ben costruiti per rendere più leggera la vita

di una comunità che è sempre stata laboriosa e assennata.
 

Lo scherzo è veramente una cosa seria al punto che, accanto alle varie giornate dei nonni, della terra, della poesia, del cane, ecc. ecc., il 1° aprile, dal 1600 in poi, ha dato a tutti l’opportunità di burlare liberamente coloro che abboccano all’amo come i pesci. Vietato offendersi perché la vita, di tanto in tanto, non va presa troppo sul serio.

 

L’anziano “ba’ Ciccio”, una delle biblioteche viventi del paese, ricorda agli amici gli scherzi che hanno fatto epoca, come quello organizzato nell’ottobre 2004, ridendo sempre di gusto dopo quasi 20 anni e aggiungendo ogni volta al racconto nuovi particolari.

 

Un gruppo di buontemponi (tra cui il compianto Gino Russo, nella foto), nottetempo, guidati da Nicola Visaggio, detto Janik, travestito da prete, si avviò in corteo all’UNRRA CASAS, nella abitazione di Nicola, detto “u’ regist”, per benedire il presunto moribondo. Urla, sconcerto e dolore tra i vicini che incominciarono a versare lacrime di commozione per la morte del loro sfortunato “regista”, che tutti gli abitanti del quartiere amavano. Steso sul letto, risuscitò tra gli applausi e le lacrime di gioia di tutti gli amici. Il destino ha voluto che “Nicola il regista” sia ancora vivo e attivo al contrario degli organizzatori del suo finto funerale.

 

Meno eclatante e più perfido, fu invece lo scherzo giocato dal quasi chef Franchino Labianca ai danni degli invitati ad una delle innumerevoli serate gastronomiche proposte dal Circolo Tennis. Tra le leccornie in gara, c’erano gli indimenticabili “medaglioni” di carne, un piatto cucinato in modo divino ma vomitato in particolare, una volta appreso che si trattava di testicoli di toro, dagli schizzinosi che soffrivano di pregiudizi nei confronti delle parti intime dell’animale.

 

Ma il più terribile fu lo scherzo orchestrato con la complicità degli autori del libro “Zero Spaccato” (Lacaita editore, 1989) e indirizzato ad un folto pubblico intervenuto per assistere al battesimo di questo volume sull’educazione della fantasia e sui giochi linguistici.

 

Fu organizzata una presentazione finta con l’attore Renato Curci, truccato e vestito sobriamente da docente dell’Università di Trento, che magistralmente, di fronte ad un imbarazzatissimo pubblico, demolì il libro concludendo che andava “buttato nel cassonetto”. Il Centro di Lettura Globeglotter, allora agli albori, propose questa performance surreale in linea non solo con l’argomento giocoso del volume ma anche per ironizzare sulle presentazioni retoriche ed osannanti di libri che spesso non venivano neanche letti per intero dagli stessi presentatori.

 

Al colmo dell’imbarazzo di un pubblico, rosso in viso, l’attore Renato Curci si tolse la parrucca, la sciarpa di seta e la giacca di renna e tra uno scroscio di applausi liberatori urlò: “riprendete subito il libro dal cassonetto e fatelo leggere ai vostri figli. Cresceranno meno imbalsamati dalla retorica”.

 

“Datemi o Signore un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri e i lamenti, e non permettete che io mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo invadente che si chiama “io”. Datemi, o Signore, il senso del ridicolo. Concedetemi la grazia di comprendere uno scherzo, affinché conosca nella vita un po’ di gioia e possa farne parte anche ad altri”. (Tommaso Moro)

 

ANTONIETTA D’INTRONO

 

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Via: Corriereofanto

 

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