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sabino

Non conoscevo il signor Sabino Sassaroli, pizzaiolo sessantenne originario di Andria. Negli anni ’90 si è trasferito a Trinitapoli, dove ha aperto la pizzeria “Pizzamania” in viale Libertà, e ha sposato la signora Annamaria De Benedittis, del luogo.

La mia attenzione è stata catturata da un poster che annunciava una rassegna di film nella piazza del Comune e una mostra di locandine e manifesti di vecchi film da lui collezionati. Gli appassionati di cinema mi incuriosiscono moltissimo. Infatti, ho trascorso un'infanzia legata a un caro amico di mio padre di San Benedetto Po (MN), dove vivevo da bambina, che era un proiezionista in un cinema vicino a casa nostra. Vi andavo per il primo spettacolo pomeridiano, e quando la sala era vuota, lui mi spiegava scene, trame e trucchi della macchina da presa. Più tardi, come insegnante, ho sempre proposto a scuola film in lingua originale e organizzato incontri con esperti di cinema. Sabino Sassaroli ha vissuto, più o meno, lo stesso colpo di fulmine: una passione che, da oltre 40 anni, ha superato i confini di un semplice hobby ed è diventata un impegno costante, condotto con estrema professionalità. Durante la conversazione con lui, è emersa la tenacia di un uomo che, pur avendo affrontato una gioventù segnata da serie difficoltà economiche, non ha mai rinunciato a coltivare il suo amore per il cinema.

 

Dove sei vissuto e come ti è nata questa passione viscerale per il cinema e per i manifesti pubblicitari dei film?

 

«Sono nato ad Andria. Mio padre lavorava come commerciante ambulante e stentava a mantenerci tutti e 11. Pertanto, dopo aver preso il diploma serale di scuola media, ho cominciato subito a lavorare nella pizzeria “Al Buongustaio”, dove già c’era mio fratello. Il nostro è un lavoro molto faticoso e mi concedevo qualche pausa quando i clienti liberavano i tavoli. Uscivo fuori al fresco e mi rilassavo guardando estasiato i grandi manifesti colorati del Cinema Astra, di fronte alla pizzeria, che annunciavano i film dell’epoca. Il proprietario, quando si rese conto del mio interesse, non mi lesinò i biglietti per vedere i film in programmazione e mi regalò, in cambio di qualche pizza, anche una buona parte di locandine originali che conservo ancora. La mia storia assomiglia un po’ alla trama del grande film di Giuseppe Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso” se penso alla magia che ha rappresentato per me il Cinema Astra, che ora non esiste più, e a tutto quanto ho imparato, nonostante non abbia avuto la fortuna di andare a scuola, dai film che ho visto e dallo studio delle locandine e dei manifesti: una grande attrazione per i miei occhi e per la mia mente».

 

Una collezione di locandine e manifesti occupa sicuramente molto spazio. Dove li hai conservati e quanti ne hai raccolti finora?

 

«Quando mi sono sposato, abitavo con mia moglie in una casa piccola e pertanto ci sono state con lei molte discussioni per far ricoprire le pareti di grandi librerie dove ho conservato quelli che io considero i miei “gioielli di carta”. Mia moglie, in seguito, non solo ha capito questa mia esigenza quasi vitale di circondarmi dei miei manifesti ma si è anche lei appassionata, come anche le mie due figlie, a trovarne di nuovi per la nostra collezione che oggi annovera più di 5mila pezzi. Purtroppo, ora che mi sono trasferito in una casa più grande, la mia Annamaria non c’è più. È morta nel 2017 e non ha potuto vedere la mostra, a lei dedicata, che le associazioni “Trinitapoli in moto” e il “Rotary Club Valle dell’Ofanto” hanno organizzato con il patrocinio del Comune per tre lunedì di seguito in piazza Umberto I a Trinitapoli. Sarebbe stata molto felice di sapere che la passione di una vita di suo marito è stata finalmente apprezzata nel suo paese».

 

Una ricchezza così insolita di manifesti non è mai stata esposta prima a Trinitapoli. Altre città hanno avuto questa fortuna?

 

«Certo! Ho avuto l’opportunità di esporli a Forte dei Marmi, dove ho conosciuto il giornalista televisivo Igor Righetti, nipote di Alberto Sordi, che mi ha messo in contatto con l’associazione culturale International Police Award Arts Festival, il cui direttore, il colonnello Orazio Anania, è stato a casa mia a visionare tutto il materiale da me posseduto. Ho poi esposto i manifesti a Monte San Savino, a Firenze, a Cinecittà, a Bologna e a Zurigo nella mostra su Charlie Chaplin. Ho avuto la soddisfazione di avere un articolo su Ciak, una delle più antiche riviste di cinema».

 

Hai progetti e sogni per il futuro?

 

«Dopo il terzo incontro di lunedì 18 settembre dedicato al cinema italiano, attraverso l'esposizione delle locandine e la proiezione del film del trinitapolese Nicola Conversa, vorrei esporre tutta la mia vasta collezione lungo un intero viale, accompagnata dal sottofondo musicale di colonne sonore. Inoltre, da qualche tempo mi sto dedicando a comporre grandi collage di fotogrammi di film a tema che io ho definito “Il cinema salvato”. Cerco sempre di trasmettere agli altri la bellezza di un’arte che inventa mondi attraverso le parole, la musica e la fotografia. Uno strumento magico per esprimere emozioni e pensieri».

 

ANTONIETTA D’INTRONO

 

Via: Corriereofanto

 

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