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blioteca umana

L’idea delle persone-libro, ovvero di donne e uomini pronti a “far girare le pagine della propria vita” è stata diffusa nel territorio dal Centro di Lettura Globeglotter che, nel corso degli ultimi trent'anni di attività culturali, ha proposto le iniziative denominate “Libri parlanti”.

Gli anziani che negli anni hanno accettato di raccontare in pubblico la loro vita, legata a particolari eventi storici, a mestieri scomparsi o a particolari tradizioni locali, saranno i protagonisti di un libro in preparazione che così ne conserverà memoria. Non è nulla di completamente nuovo se si pensa che la Biblioteca Umana è una realtà ormai molto diffusa all’estero.

 

L’idea della Human Library è nata nel 2000 in Danimarca ed è stata esportata in 70 Paesi nel mondo. Si tratta di un libro inteso quale storia da ascoltare e non come pagine da leggere. Questa particolare biblioteca, nata a Copenaghen, ha confermato che un testo non si giudica dalla copertina ma dai contenuti, così come una persona non si valuta dal primo sguardo ma dalla sua storia. Il suo ideatore si chiama Ronni Abergel.

 

La Human Library apparentemente sembra una biblioteca come tante altre in Danimarca: il “lettore” trova nel catalogo il titolo che sintetizza la storia che poi chiederà di ascoltare, non di leggere. Può quindi scegliere fra le seguenti tematiche: “la donna islamica”, “il nudista”, “il ragazzo gay”, “il senzatetto”. Può poi conversare con il personaggio scelto per circa 30 minuti.

 

Dal 2003 la Human Library ha ottenuto il riconoscimento dal Consiglio d’Europa quale prassi per combattere l’intolleranza. Oggi il progetto, integrato nelle scuole superiori, è stato realizzato, anche in nazioni molto diverse tra loro, quali Ecuador, India, Indonesia, Israele, Mongolia, Pakistan, Perù, Sudafrica e Tunisia.

 

In Italia, dal 2015, è attiva la Human Library Toscana, fra le poche ad aver ottenuto il riconoscimento da parte dell’organizzazione internazionale. “Biblioteche viventi” sono presenti pure a Bergamo, Firenze, Milano, Palermo, Roma, Torino, Treviso e Verona. In esse non si trovano testi cartacei ma individui che, consapevoli di essere oggetto di stereotipi e pregiudizi, desiderano narrare la propria esperienza di vita allo scopo di sgretolare il muro che percepiscono fra loro e gli altri.

 

Ascolto e incontro si traducono nel prestito del tempo occorrente per il dialogo: il lettore diviene ascoltatore e il bibliotecario è invece il mediatore fra catalogo e lettori. Tutte le persone che candidano la propria storia vengono inserite in un catalogo consultabile.

 

L’iniziativa “Libri parlanti” di Trinitapoli, pur ispirandosi alla biblioteca umana, si discosta ampliando la tipologia delle persone disposte a raccontare la propria vita non solo “one-to-one”, come all’estero, ma anche di fronte a un pubblico più numeroso. Ogni esistenza può diventare un bel romanzo da narrare di cui molti ascoltatori potrebbero poi riscoprirne gioie, dolori e battaglie nelle pagine dei capolavori della letteratura.

 

ANTONIETTA D’INTRONO

 

Via: Corriereofanto

 

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