Reading club

antennaIl gruppo di lettura settantapagine vivrà una vera e propria primavera giapponese con il romanzo di questo mese.

venerdì 3 maggio nella sala delle arti della globeglotter, i lettori del reading club si confronteranno su un romanzo moderno della letteratura giapponese. Che voti esprimeranno? Se vi va di leggere con noi Antenna, recatevi nella libreria più vicina, ordinatelo e alla fine fateci sapere se vi è piaciuto! Oppure venite direttamente a dire la vostra qui da noi: siamo in via Staffa 4 a Trinitapoli.

 

Fluido come un liquido denso eppure cristallino. Umido e reattivo come corna di lumaca, preciso come un sensore ipertecnologico tarato per ricevere informazioni non codificabili in linguaggio. Antenna, il romanzo della giapponese Randy Taguchi, naviga con disinvolta abilità in uno spazio che tiene insieme l' antica saggezza della terra, l'indicibile verità sciamana e la conoscenza tecnica che ci porterà, promette e minaccia di portarci nel futuro. Chi si sia stancato o non abbia mai amato Banana Yoshimoto, che pure firma una breve ammirata prefazione, può ripartire da qui.

 

Non sono paragonabili: Randy Taguchi domina il linguaggio con una maestria che sembra millenaria, quel che scrive può dispiacere ma certo non annoiare. Salutato in patria come "il romanzo perfetto del nuovo millennio", pubblicato a pochi mesi di distanza da Presa elettrica, best seller da un milione di copie Antenna narra la storia che si dipana attorno alla scomparsa di Marie: una bambina di sei anni sparisce nella notte dalla stanza nella quale sta dormendo nel letto affianco a quello del fratello maggiore Yuichiro. Lascia il letto tiepido e la forma del suo corpo ancora impressa nelle lenzuola «come un insetto che abbia abbandonato il suo guscio». Non se ne avrà mai più notizia. Anni dopo nasce un fratello, Yuya, «cresciuto accanto a una sorella mai conosciuta»: la madre crede di vedere in lui la reincarnazione di Marie e lo cresce coltivando il suo segreto nella penombra di una domestica follia.

La famiglia reagisce alla lacerazione dell' inspiegabile scomparsa come sa e come può. La madre aderisce a una setta religiosa, il padre impone il silenzio sulla figlia svanita poi muore per un' emorragia cerebrale. Il fratello minore viene ricoverato in clinica psichiatrica, il maggiore - l'io narrante - infligge sul suo corpo tagli a forma di croce che gli procurano piacere, approda infine ad una dimensione sofisticata (intellettuale dapprima, poi molto meno) di sadomasochismo attraverso Naomi, misteriosa mistress di sapienza freudiana che lo inzia all' erotismo dove piacere e dolore, come nella vita, si confondono. La storia è raccontata quindici anni dopo la scomparsa di Marie. La bambina sparita nel corso del tempo prende ad incarnare per tutti e per ciascuno quel che manca: quel che abbiamo perduto senza neppure averlo avuto, quel che rimpiangiamo senza conoscere.

La tv del dolore - oliata macchina del tempo presente - non si è ancora stancata dopo tre lustri di arare il campo di questa tragedia familiare ciclicamente rinnovata da fatti di cronaca somiglianti. Torna a sconvolgere la vita già devastata dei superstiti con sempre nuovi esperti di pseudoscienze e di arcani saperi. L'anchorman specializzato in storie occulte, tuttavia, è lui stesso prigioniero di una sparizione che lo affligge: una concreta privata vicenda che lo muove perché «tutti si pongono domande di cui in segreto già sanno la risposta». Il suicidio dello zio di Marie, principale sospettato, apre uno spiraglio sul segreto che sempre si cela dove la luce è più forte. Tre porte vere - una murata sul nulla - e un corridoio ventoso che porta notturni suoni sinistri sono la scena del delitto.

Un secondo piano di una casa qualsiasi. Niente di speciale, niente di strano in questa dimora - decreta l'esperto di feng shui convocato dal network. Eppure le antenne dei fratelli - i loro ricordi le paure le zone d' ombra le speranze - "sentono" la presenza di Marie e le danno vita: continuano a cercarla nei loro deliri e nei sogni, nei colloqui e negli incontri. «Tu non vuoi trovare tua sorella. Vuoi ucciderla», dice la mistress Naomi al maggiore dei due. Il cerchio in effetti si chiude, come sempre quando riesce, con una degna sepoltura del fantasma. Le antenne di chi è capace di sentire si toccano, tutti si tengono per mano in un destino circolare e concluso. Protagonista l'assenza. Più acuta presenza, diceva il poeta.

Via

 

 email2png