Il Maestro Nuovo
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Danielle 
L’ultimo giorno di scuola è stato pieno di lacrime e saluti.
Quando Mr. Terupt è entrato in classe accompagnato da Mrs. Williams, la preside, ho cominciato a piangere. Di gioia, questa volta. Il professore si è avvicinato, mi ha invitata ad alzarmi, mi ha preso per mano come una principessa e mi ha abbracciata fortissimo. Mentre io piangevo, lui continuava a stringermi a sé con il braccio sinistro e con la mano destra mi lisciava la testa fino alla nuca, come se fosse il dorso di un gatto.
Intanto il suo respiro mi sospingeva il viso bagnato di lacrime. Quando mi sono calmata, mi sono liberata dalla sua morsa d’acciaio. Ho fatto un passo indietro mortificata. Le mie lacrime avevano lasciato sagome astratte sulla sua camicia blu, all’altezza dell’ombelico.
<<Mr. Terupt, ho combinato un pasticcio!>> e con l’indice della mano destra gli ho mostrato il mio reato. Con la beatitudine dei santi stampata sul viso, ha sorriso in risposta al mio atto di dolore. Poi, rivolgendo il suo sguardo sull’intera scolaresca, ha detto:
<<Ragazzi e ragazze, vi ringrazio per l’affetto e per la vicinanza che mi avete dimostrato durante la degenza in ospedale. Ci tengo a precisare che, ciononostante, io sarò sempre il vostro professore, quello rompiscatole, non il vostro amico. Però sappiate che vi voglio bene, anche quando vi rimprovero. Ma sono sicuro che questo lo capirete crescendo.>>
Abbiamo applaudito alla fine del suo discorso con le lacrime che ci ballavano agli angoli degli occhi. Anche Peter ha pianto. Lo abbiamo visto tutti. Alla fine della giornata ho salutato i miei compagni di classe augurando loro una buona vacanza.
Poi sono corsa a casa con il cuore in gola e il cervello in fermento. C’era ancora una persona da ringraziare.
Caro Dio,
qui è Danielle, colma di gioia. Ho capito che ci sei e continuo a chiedermi come mai ti manifesti solo nei momenti più tristi. L’incidente occorso a Mr. Terupt è servito per chiarire e risolvere alcune questioni di fondamentale importanza nella mia vita e in quella di chi mi è accanto. Sono convinta che lui sia l’arcangelo Michele, sceso sulla terra per sedare i demoni acquattati in ciascuno di noi. E’ un angelo, vero? A me lo puoi dire, so mantenere i segreti.
Insomma ti scrivo perché desidero ringraziarti per una serie di motivi e lo farò cercando di non dimenticare nulla:
 

spuntaPrimo, ti ringrazio per aver aiutato Peter a scrollarsi di dosso la pseudo-scorza di bullo;  

spuntasecondo, ti ringrazio per aver liberato mia nonna e mia madre dai pregiudizi nei confronti di Terri e di Anna;  

spuntaterzo, ti ringrazio per aver dato a Charlie il coraggio di assumersi le proprie responsabilità conquistando il posto accanto a Terri;  

spuntaquarto, ti ringrazio per aver dato ad Anna il padre che gli è sempre mancato, mio fratello Charlie appunto;  

spuntaquinto, ti ringrazio per avermi regalato una nipote, Anna, mia coetanea, alla quale non dovrò preparare pappine ma con la quale potrò vivere la mia adolescenza tra euforia e malinconia, tra amori e delusioni.

Credo di aver elencato tutte le motivazioni e ti prego di perdonarmi qualora mi fossi dimenticata di altre. Ti prometto, inoltre, che toglierò il disturbo per qualche tempo così potrai dedicarti tranquillamente alla risoluzione dei problemi altrui. Amen.

PS: Non preoccuparti. Non ti libererai facilmente di me.

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