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Laboratorio scrittura

LibriAmo, la rassegna trinitapolese di promozione della lettura, ha cambiato il format più volte nel corso dei suoi 22 anni di vita.

 

Itinerante in Puglia quando il BookCrossing (il ritrovamento di un libro abbandonato su panchine, tavolini e davanzali) era ancora un’assoluta novità, ha viaggiato a piedi, in camper, in bici, in vespa, in barca e in elicottero per poi atterrare nei luoghi più disparati dove la gente in fila, attendendo di comprare il pane, di spedire un pacco, di fare un bonifico o di farsi visitare dal medico, ascoltava meravigliata la voce di un lettore che, d’improvviso, iniziava a leggere ad alta voce le pagine di un romanzo.

 

La riproposizione nelle aule di tribunale dei processi a “Madame Bovary” (G. Flaubert) e a “Lolita” (V. Nabokov) hanno, infine, rafforzato la convinzione degli organizzatori che la moltiplicazione dei lettori si può ottenere esclusivamente con la forza delle idee e con la condivisione di uno “stupore” e di “un’emozione”.

 

Negli anni i volontari del Centro di Lettura Globeglotter non hanno mai rinunciato a spargere in paese libri da far ritrovare casualmente perché l’esperienza ha insegnato loro che lasciare un libro è l’inizio di un’avventura per i proprietari dei libri e soprattutto per i nuovi lettori. Talvolta, come è capitato qualche anno fa, un libro può salvare la vita ad una persona disperata.

 

È quanto è successo ad una donna che ebbe la fortuna di “incrociare” nella sua vita il romanzo di Judy Hendricks “Solo pane” abbandonato sulla panchina di fronte al binario che aveva scelto per suicidarsi.

 

All’interno di ogni libro lasciato c’era un messaggio per il fortunato “ritrovatore” che invitava a leggere, a far girare il libro e ad inviare un commento sulla trama e sui dettagli del ritrovamento all’indirizzo indicato del Centro di Lettura di Trinitapoli.

 

Dopo qualche mese arrivò agli organizzatori di LibriAmo una lettera che dette la misura di quanto dolore circola nel mondo e di come un piccolo atto di tenerezza e di solidarietà (il dono di un libro) possa dare speranza a chi perde il coraggio di affrontare le difficoltà della vita. La lettera, firmata da una certa “Adele”, che qui di seguito si riporta, rappresenta la motivazione principale di un impegno e di una missione: diffondere libri e cultura per salvare chiunque dalla prigione dell’ignoranza.

 

«Carissimi amici,
forse dovrei scrivere più correttamente, cari amici salvatori, ho trovato il vostro libro “Solo pane” sulla panchina di fronte ai binari della ferrovia. Avevo vagato per la città per ore ed ero arrivata alla stazione per accertarmi che passassero anche treni velocissimi, senza fermata, in grado di falciarmi altrettanto velocemente dalla vita.
Ho una formazione cattolica e non avrei dovuto pensare di suicidarmi. Il mio parroco dice sempre che “la vita è un dono”. Però ci sono momenti in cui il dolore ti acceca e non si comprende perché bisogna continuare ad accettare una croce pesante quanto una montagna.
“Per chi devo sopportarla se non ho più nessuno? Per che cosa, se non riesco a vedere oltre il baratro in cui sono piombata”?
Avevo queste domande che mi martoriavano la testa quando ho trovato vicino a me il vostro libro. Ho pensato, tra le lacrime, che avrei dovuto prima leggerlo perché QUALCUNO, forse, voleva che lo leggessi.
Sono tornata nella mia casa, ormai vuota, e l’ho letto durante la nottata.
Se fossi una scrittrice avrei potuto scriverlo io il romanzo. È un po’ la mia storia, anche se non so fare il pane e non credo che mi dedicherò in futuro all’arte panificatrice per riattaccarmi di nuovo alla vita.
Posso invece fare qualcosa che ho sempre desiderato fare da piccola e che un marito infedele mi ha sempre impedito di fare.
Mi illudevo che la sua gelosia fosse amore. Era solo il desiderio di avere accanto un’utilitaria a completa e muta disposizione, che ha cambiato con una macchina più bella e scattante non appena ha notato i suoi primi capelli bianchi. Povero infelice! I suoi capelli diventeranno sempre più bianchi e io, invece, non rimarrò parcheggiata in garage.
Grazie.

 

D’ora innanzi alla stazione andrò solo per partire verso la mia nuova vita. (Adele).»

 

ANTONIETTA D’INTRONO

 

 

Via: Corriereofanto

 

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