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cultura tri jenny trinitapoliBussi sul Tirino è un piccolo paese di 2.286 abitanti arroccato sulle pendici orientali del Gran Sasso. Il 7 giugno del 1886, Nunzia Martucciani, alle tre di notte in una pubblica via, trovò un bambino di circa due giorni avvolto in fasce vicino ad una casa. Il neonato fu portato in comune ed il sindaco, su istanza della donna, glielo affidò in custodia dopo averlo registrato con il nome di “Rosmundo” e il cognome di “Trinitapoli” che la stessa Martucciani scelse per il piccolo. I dettagli di questo ritrovamento sono riportati con precisione in un documento d’archivio dello stato civile di Bussi che omette, ovviamente, di dare spiegazioni sulla motivazione di quella scelta che lascia il campo ad una serie di congetture.

 

Il professore Pietro di Biase, lo scopritore di questo cognome, che oggi porta con orgoglio la bisnipote di Rosmundo, Jenny Trinitapoli, docente di Sociologia dell’Università di Chicago, ritiene che potrebbe essere una reminiscenza della transumanza che legava l’Abruzzo alla città di Trinitapoli. Ma, per ora, è solo un’ipotesi.

 

Il documento riporta anche l’annotazione che Rosmundo si sposò a Bussi con Giovanna Di Franscescantonio nel 1906. Da Bussi si trasferì a Calascio, in provincia de L’Aquila, dove lavorò come bracciante, e nel 1909 partì per l’America come si apprende dal suo passaporto.

 

Qui inizia la trama di tante altre storie simili di emigrazione. Migliaia di italiani lasciarono i loro paesi per inseguire il sogno di un’America che dava lavoro e benessere agli immigrati. Fu così anche per Rosmundo che riuscì a dare un futuro ai figli, ai nipoti e ai bisnipoti.

 

Jenny Trinitapoli ha intrapreso una brillante carriera universitaria. Nonostante la sua giovane età, ha un corposo curriculum di incarichi, ricerche, pubblicazioni, articoli e conferenze tenute in tutto il mondo. Nel 2021 ha svolto, come Visiting Professor, cicli di lezioni presso il Centro Carlo F. Dondena per la Ricerca su Dinamiche Sociali e Politiche Pubbliche - DONDENA dell’Università Bocconi di Milano. Entro il 2023 sarà pubblicato per la University of Chicago Press la sua ultima ricerca dal titolo “An Epidemic of Uncertainty”.

 

Jenny (non diminutivo di Jennifer, come ella stessa ci tiene a sottolineare) con il marito Gregory Collins, produttore cinematografico, e le due figlie Cassia e Luce, hanno visitato di recente Trinitapoli e dintorni, alloggiando a Margherita di Savoia, con l’intento di costruire una relazione di amicizia che favorisca una maggiore conoscenza delle tradizioni e della cultura pugliese e nel contempo con la segreta speranza di scoprire quello che è sempre stato considerato il grande mistero della sua famiglia: chi abbandonò il bimbo e perché la donna che lo raccolse per strada gli dette come cognome “Trinitapoli”?

 

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Per il momento, dopo le giornate trascorse tra il Parco Archeologico, gli antichi cabrei conservati nella biblioteca, le stradine del Centro Storico, la visita alla Cantina Sociale di Trinitapoli, le vasche del sale, i fenicotteri e i tramonti rossi sulla spiaggia di Torre Pietra, Jenny assocerà la parola “Trinitapoli”, che gli americani pronunciano con difficoltà, ai momenti più intensi trascorsi nella nostra provincia. (Approfondimenti)

 

Porta con sé a Chicago un ingrandimento di una romantica foto di Trinitapoli, in bianco e nero, opera di Peppino Beltotto, i libri di Pietro di BiaseRaffaele di Biase e Antonietta D’Introno, suoi accompagnatori e interpreti, e poi taralli, vino, carciofini e un book di foto che sfoglierà con la sua famiglia e con i suoi colleghi americani.

 

Nomen omen”, un nome un destino, dicevano i romani. Forse il cognome di Jenny riserverà in futuro tantissime altre sorprese.

 

 
 

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