Teatro

Teatro


50 spettatori “ a 4 voci ”, la piccola ma raffinata carrellata di performance teatrali ospitata nella sede di LibriAmo a Trinitapoli, nei mesi di marzo e aprile 2010.
Anche quest’anno il nostro Centro di Lettura ha previsto, nel programma di attività culturali, la presenza di attori teatrali e relative messe in scena su argomenti di militanza e protesta.
Ad aprire gli incontri, Aldo Rapè con W LA MAFIA , un dialogo immaginario tra un burattino e un Barone rampante dei nostri giorni che fugge dal mondo corrotto per rifugiarsi su un albero dove è più vicino al cielo, dove senza sforzo saluta le centinaia di vittime della malavita siciliana .
E’ stata poi la volta de LA CANTATA DEGLI OMBRELLI di Salvatore Marci che, accompagnato dal vivo dalle musiche di Federico Ancona e dai video di Carlo Quartararo, ci ha fatto rivivere due momenti storici, apparentemente distanti tra loro  (almeno cronologicamente) dell’elezione a suffragio universale di Gaetano Salvemini nel 1913 e la protesta dei no global al G8 di Genova del 2001.
Al terzo appuntamento, poi, gli attori Aldo Rapè e Nicola Vero, con MUTU hanno portato il pubblico, in una performance tipica da appartamento, a “spiare dal buco della serratura” l’incontro-scontro tra due fratelli siciliani che, in nome dell’ Istituzione, la Chiesa per uno, la Mafia per l’altro, percorrono strade diametralmente opposte ma con un unico epilogo possibile…

Ippolito Chiarello FANCULOPENSIERO – STANZA 510
(liberamente ispirato al romanzo (Fanculopensiero) di Maksim Cristan)

“Ad un passo dal cielo (W LA MAFIA)”
scritto ed interpretato da Aldo Rapè
regia Nicola Vero
Calogero Nicosia ha 30 anni. Da bambino aveva visto cadere sotto i colpi della mafia i suoi genitori, e diciottenne ha deciso di vivere in alto, ad un passo dal cielo. Lì ha scoperto la bellezza della libertà, l’autenticità della natura, ha conosciuto se stesso. Lassù è invincibile, può combattere il mostro, può evitare i suoi colpi e può anche riuscire, con rabbia e dolore, a deriderlo gridando “W LA MAFIA”

La cantata degli ombrelli - Molfetta 1913/2001 Genova

progetto drammatico, regia e interpretazione Salvatore Marci
drammaturgia Ignazio Lazzizzera e Salvatore Marci
ottave ariostesche Lucia Mastropierro
video e luci Carlo Quartararo
musiche Federico Ancona
assistente alla regia Enza Depalma
scenografia Rossella Ramunni

Mutu
Di Aldo Rapè
con Aldo Rapè e Nicola Vero
Regia Lauro Versari
Responsabile organizzativo Francesco Vigliotti

Biopic, ovvero tentativi di raccontare una vita attraverso le immagini. Periodo del corso:
dalla metà di febbraio alla fine di aprile. Gli incontri dureranno quattro ore, avverranno venerdì e sabato, per due volte al mese.
Durata complessiva:  quarantotto ore Costo 3500 euro. Finalizzato alla realizzazione di un documentario biografico, su argomento da concordare insieme

BIOGRAFIA DEL REGISTA GIUSEPPE SANSONNA
Giuseppe Sansonna è nato ad Asti il 7/7/1977 da genitori pugliesi e si è laureato al Dams di Torino in Storia e Critica del cinema. Un estratto della sua tesi, dedicata all’opera cinematografica di Carmelo Bene, è stato pubblicato nella raccolta Omaggio a Carmelo Bene, a cura di Edoardo Fadini, Orsa edizioni, Torino 2003.
Il francese Raymond Queneau scrisse i suoi Esercizi di stile che constano di una stessa trama raccontata in novantanove modi diversi, ognuno diverso nello stile di narrazione, appunto. Furono pubblicati da Gallimard per la prima volta nel 1947, mentre nel 1969 ne uscì una seconda edizione aggiornata.
Il libro è stato pubblicato nel 1983 dalla casa editrice Einaudi nella traduzione di Umberto Eco, con il testo originale a fronte.

Non mi viene la parola: un pezzo d’autore, uguale per tutti, verrà raccontato, spiegato, illustrato,difeso, accusato, strumentalizzato, propagandato, rappresentato, stravolto con giochi linguistici e metalinguistici. Ascolteremo i diversi punti di vista da cui si può comunicare una storia ed, infine, ascolteremo il vostro punto di vista, la vostra versione e interpretazione dei fatti. La nostra storia accadde il 1 dicembre 1955 e in questa storia c’è un autobus, una sarta stanca, un solo posto libero. Non per lei, però. Non per quelli come lei, non liberi. Come comunichereste la stessa storia se voi foste il protagonista o un semplice testimone dei fatti? Se vi chiedessimo di raccontarla in modo “matematico”? E riuscireste, invece, a descriverlo senza mai utilizzare la lettera “a”? E in modo dialettale? Dal punto di vista di un bambino? Sapresti abbreviarlo per un sms?

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